Carissimi,
siamo ritornati a celebrare insieme l’Eucaristia che, forse, mai come in questo tempo, abbiamo avvertito come un dono di cui essere grati, un dono dal Cielo, un dono di Dio Padre nel suo amatissimo figlio Gesù! Ma non dobbiamo dimenticare che Dio parla anche attraverso gli sconvolgimenti della natura e le pieghe della storia, illuminate dalla luce della Sacra Scrittura e, quindi, non archiviamo troppo presto questo tempo di pandemia ma cominciamo timidamente a chiederci cosa abbiamo vissuto e cosa stiamo vivendo, quale messaggio di grazia può essere racchiuso in questa penuria di mezzi, cosa il Signore sta dicendo a me personalmente, alla mia famiglia, alla mia comunità, alla società, al mondo. In questi giorni, mi tornano in mente il volto e la voce di un’anziana signora che abitava, sola, presso la canonica del Carmine in Padova e che mi vedeva spesso sfrecciare con la mia bicicletta per rincorrere l’ennesima riunione in vicariato. Un giorno ella azzardò un forte richiamo: “Padre, dove va sempre di corsa? Non ha un minuto per me?”. E mi rendo conto di come la mia vita fino a ieri fosse spesso piena di impegni ma forse latitante di incontro, ascolto, relazione finendo per smarrire l’essenziale che il Signore mi chiede come prete e pastore: la preghiera e l’annuncio della Parola di Dio! Fratel Enzo Biemmi, responsabile dei catechisti di tutta Europa, tratteggia la pastorale di oggi come pastorale “obesa”, sbilanciata in tante cose da fare e forse poco avvezza a perseguire il mandato di Gesù Cristo, che abbiamo udito proprio domenica scorsa: “Andate e fate discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro ad osservare tutto ciò che vi ho comandato. Io sono con voi tutti i giorni fino alla fine del mondo!”.